Coronavirus, una lista di controllo delle responsabilità

I dati epidemiologici delle ultime settimane ripropongono il dilemma della convivenza con il Covid_19, tra incertezze sanitarie e timori di nuove e drammatiche chiusure.

Particolarmente delicata è la situazione relativa ai possibili contagi dei lavoratori, che, sia dal punto di vista etico, sia da quello della responsabilità giuridica, sia sotto l’aspetto puramente economico, riguarda direttamente anche il datore di lavoro.

Si pone, infatti, un serio problema di Risk Management: come misurare a pieno il rischio contagio per poi sviluppare le opportune strategie e governarlo?

Di certo la bulimia normativa di questi mesi non aiuta gli imprenditori, costretti a barcamenarsi tra una pletora di disposizioni spesso contradditorie tra di loro (si parla addirittura di oltre 300 atti emanati da istituzioni nazionali, ai quali vanno aggiunte le centinaia di provvedimenti regionali), ad essere a norma e quindi al riparo da sanzioni, ancora più gravi in una fase di calo generalizzato del fatturato.

Potrebbe essere dunque il caso, come qualcuno ha detto di “anticipare e non inseguire” il virus, muovendosi in un’ottica manageriale di valutazione del rischio contagio e di prevenzione dello stesso.

Le soluzioni adottate durante la cosiddetta “prima ondata” (specifica valutazione dei rischi, adozione di un puntuale piano anticontagio e di opportuni dispositivi di protezione individuale) dovrebbero essere integrate, di concerto con il proprio medico competente.

In tale ottica, il periodico ricorso a forme preventive di screening tramite lo strumento del test sierologico o del tampone rapido antigenico (seguiti in caso di esito positivo dal tampone molecolare) da parte del laboratorio privato autorizzato individuato dal datore di lavoro, potrebbe rappresentare uno strumento utile sia a mostrare la responsabilizzazione dell’imprenditore, sia a prevenire possibili focolai aziendali, isolando in tempo soggetti positivi al virus, sintomatici o meno.

In caso di positività al tampone molecolare il lavoratore dovrebbe sospendere l’attività ponendosi in isolamento fiduciario fino all’esecuzione del tampone da parte delle Autorità competenti, allertate dal laboratorio privato che abbia riscontrato la positività.

Uno strumento in più, dunque, per gestire e prevenire il rischio contagio sui luoghi di lavoro, nell’attesa dello sviluppo e della messa in commercio di uno specifico vaccino, nonché una forma di supporto alla collettività, implementando forme virtuose di controllo e di tracciamento generalizzato.

Se vuoi saperne di più, contattaci: info@gruppoiovine.it 0897728547

Avv. Enrico Mastropietro

Risk Manager

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